CAPITOLO UNO
Mariannina scese giù dalla sua casa in collina e andò verso il mare. Si incamminò lungo il vicolo saltellando tra strisce d'ombra e di luce. A parte un gatto magro magro, tutto spelacchiato, intento a leccarsi la sua spina di pesce , non c'era intorno anima viva.
Nessun rumore, solo quello della risacca e quello del vento che, ogni tanto, faceva sbattere i panni stesi alle finestre.
Improvvisamente, in mezzo al mare luccicante che si vedeva tra le case rosse del vico lo, scorse una strana imbarcazione: si riparò con la mano gli occhi dalla luce per guardare meglio e riconobbe, con meraviglia, la nave volante che aveva già visto nello spazio nei pressi della via Lattea...
Cammina cammina per il vicolo, Mariannina arrivò al porticciolo dove si trovavano quattro barchette, una spiaggetta di sassi, un lampione e un marinaio.
Mariannina chiese al marinaio se, per caso, avesse potuto accompagnarla con una delle quattro barchette che erano nel porticciolo, al largo, fino a raggiungere quella strana nave di legno con le ali che si vedeva ferma dove il sole batteva le onde.
Il marinaio le disse: “sali pure, bambina, ti porto dove vuoi, ma bada bene, io non vedo nessuna nave di legno con le ali, ormeggiata al largo!"
Mariannina rimase stupita per quella risposta e mentre stava cercando di convincere il marinaio a guardare meglio in mare, sentì alcune voci di bambini; si girò e vide che stavano giocando a "moscacieca" sulla spiaggetta di sassi.
“Ehi ,voi! - gridò - venite qua un momento! Vedete quella grande nave di legno con grandi ali abbassate ai lati che sta al largo illuminata dal sole?"
"Sì, la vediamo! - le risposero i bambini - È molto strana, non ne abbiamo mai vista una uguale!''
Al marinaio, intanto, caddero la pipa e il berretto.
Si grattò la testa e si tirò la barba continuando a non vedere un bel nulla laggiù, al largo: solo gabbiani che si tuffavano nelle onde e volavano via.
"Va bene - disse il marinaio - salite tutti sulla barchetta ma, state attenti, non esagerate nella burla perché son capace di cuocervi fritti in padella con i pesci appena pescati!"
Sulla barchetta salirono Titta, Giobattino, Andrea e, naturalmente, Mariannina.
Il mare in bonaccia li trasportò felicemente al largo: giunti vicini alla grande nave, gridarono al marinaio: “Fermati, siamo arrivati!”
Il marinaio si passò una mano sulla fronte e disse: ''Non vedo niente, dove andate?" e, con gli occhi spalancati, dovette ammette re che sì, quei bambini stavano proprio camminando per aria tra la barchetta e un punto luminoso che stava sospeso là dove un delfino arrivava a fare il salto più alto.
In realtà il capitano di quella strana nave spaziale, da buon condottiero, aveva gettato un ponte sino ad agganciare la barchetta.
Mariannina, raggiunta la nave, abbracciò il capitano perché era certa cli averlo già incontrato. "Mi chiamo Matù Rimba e tu sei Mariannina... avevo voglia cli rivederti e, soprattutto di accompagnarti in uno splendido posto, nascosto agli occhi di tutti su questa fetta di terra bagnata dal mare e protetta dai monti…! Soltanto io, dal mio pianeta dei Grandi Inventori, l'ho scoperto guardando nel mio magico cannocchiale!”
"Ma come! - esclamò Mariannina - esistono ancora posti sconosciuti da queste parti?" "Certamente, te lo posso assicurare! Appena a ridosso di questo mucchietto di case affacciate sul porticciolo: ci sono, come tu sai, le colline d'argento; dietro le colline d'argento c'è una lunga strada in salita, con curve di qua e curve di là. Questa strada polverosa e piena di sassi termina al limitare di un bosco che va a finire in un altro bosco che va a finire in un altro bosco ancora, fino a raggiungere la vetta di una
montagna da dove puoi vedere le tre larghe valli.
Lassù c'è un lupo solitario chiamato Lupo Rosso per via del suo pelo, che si accorge di tutto quanto accade intorno.
È amico delle poiane che fanno il loro nido tra le roccette e le poiane sono sue amiche.
Le poiane e Lupo Rosso sanno bene che nessuno dovrà mai arrivare fin lassù perché le valli sono ricche di misteri che nessuno mai dovrà scoprire.
Mariannina e il pescatore
CAPITOLO DUE
Proprio nel punto in cui cominciava ad aprirsi una delle tre valli, sorgeva una casetta fatta di legno, con le persiane a forma di cuore e un tetto a punta.
La casetta era nascosta da alberi di colore azzurro che arrivavano fino al cielo.
Poco distante c'era un lago dove i rami più bassi degli alberi si bagnavano nelle acque verdi. Il lago aveva un nome curioso: si chiamava Lago delle Forche e delle Lame .
Nel momento in cui la nave di Matù Rimba stava atterrando sulla radura d'erba soffice che si trovava lì vicino, gli alberi si scossero tutti, il terreno tremò e migliaia di uccellini impauriti volarono via dai loro nidi.
Si affacciò alla porticina di quella casetta una donnina, con il mento aguzzo e i capelli bianchi come la neve e gonfi come una nuvola: si chiamava Macchiolina perché, pur essendo tanto buona e sveglia, si macchiava sempre grembiule, vestitino e ciabatte mentre era intenta a preparare il pranzo ai boscaioli che stavano tutto il giorno a far legna nei boschi.
Macchiolina aveva un'amica che si chiamava Nebbia ed era alta alta e magra e portava sempre una cesta fatta a cono sulla schiena.
Quando le garbava Nebbia si fermava sulla soglia della casetta con il tetto fatto a punta e Macchiolina l'invitava ad entrare. Si sedevano insieme e bevevano una bella tazza di thè bollente, senza dire una parola.
Dopo aver bevuto il thè, Nebbia srotolava fuori dalla sua cesta a forma di cono, una pezza di stoffa di seta morbida color grigio perla... e... srotola, srotola senza stancarsi, fino a sera , avvolgeva con quella seta gli alberi e la casetta come fossero un bel pacco da regalo.
Finito il lavoro, tirava fuori dal fondo della cesta tante farfalle notturne chiamate falene che faceva scivolare nel camino della casetta. Queste falene, in quanto magiche, possedevano piccoli lanternini che avevano il potere di accendere splendidi e colorati sogni nelle notti di coloro che si trovavano per caso a passare di lì o a dormire nella casetta.
Sulla nave di Matù Rimba, intanto, dopo quell'atterraggio nella radura del bosco, i nostri amici, con Mariannina in testa, si stavano preparando ad uscire fuori uno alla volta, lasciandosi scivolare sulle morbide ali della nave.
Matù Rimba li guardava e, sorridendo, disse loro: "Devo tornare al mio pianeta... ma vi guarderò da lassù, con il mio cannocchiale e, ne sono sicuro, mi divertirò un mondo perché saranno molte le sorprese che troverete in questo angolo di terra incantato!"
CAPITOLO TRE
I bambini si infilarono, svelti svelti, nella casetta perché avevano avvertito un buon odore di focaccia arrivare dal forno della piccola cucina annerita dal fumo.
Macchiolina non si accorse di nulla perché era anche un po' sorda e intenta a riordinare le camerette al piano di sopra.
Nebbia si trovava lontano ad avvolgere con la sua seta la punta dell'alto monte tanto che, in quel momento, Lupo Rosso non poteva vedere proprio nulla di quello che stava accadendo nelle valli di sotto e nella radura del Lago delle Forche e delle Lame e, non lo avrebbe saputo mai se le poiane, il giorno dopo, non glielo avessero raccontato.
Mariannina, Giobattino, Titta e Andrea si erano intanto seduti intorno al tavolo e mangiavano e bevevano allegramente.
In quel momento Macchiolina li vide e, per poco non cadde dalle scale per la sorpresa: "Ehi voi - disse - chi vi ha portato fin qua?". I bambini la salutarono divertiti nel vedere la sua faccetta bianca e rosa incorniciata da quella nuvola di capelli. "Una
nave spaziale misteriosa - risposero i bambini - ci ha fatto atterrare nella piccola radura vicino al lago... il nostro amico Matù Rimba ci ha condotti fin qua promettendoci avventure incredibili nelle tre valli verdi e disabitate che si possono raggiungere partendo proprio dalla tua casetta."
"Oh, povera me, bimbi miei! Il vostro amico non vi ha detto perché le valli sono disabitate... non vi ha spiegato perché da tempo immemorabile i verdi pascoli sono stati abbandonati e, gli alberi prima, e i rovi dopo, hanno ricoperto le valli e le montagne!
E poi, sapete, lassù in cima alla montagna, c'è Lupo Rosso e ci sono le poiane che fanno attenta guardia perché nessuno s'inoltri nelle valli. Lupo Rosso sta sull'alta montagna, davanti all'ingresso di una grande caverna. Le leggende raccontano che all'interno della caverna abiti il mostro di pietra, terribile e crudele, che compie malefici e si fa sentire con rombi tremendi che squarciano le notti senza luna facendo tremare anche fin quaggiù, il terreno e il tetto della mia casetta. "Nelle valli, pare comunque siano riusciti a sfuggire all'ira del mostro nascondendosi ora tra i muschi, ora tra i cespugli di rossi corbezzoli, alcuni esemplari del mondo tranquillo di una volta... esseri buffi, magici e divertenti che un tempo facevano queste valli felici e prospere ma nessuno, sino ad ora, li ha visti né sentiti.
Mariannina e i suoi amici rimasero incantati ad ascoltare Macchiolina, sempre più curiosi ed emozionati, con la voglia di inoltrarsi nelle valli incantate senza troppa paura.
Continua...
CAPITOLO UNO
Mariannina scese giù dalla sua casa in collina e andò verso il mare. Si incamminò lungo il vicolo saltellando tra strisce d'ombra e di luce. A parte un gatto magro magro, tutto spelacchiato, intento a leccarsi la sua spina di pesce , non c'era intorno anima viva.
Nessun rumore, solo quello della risacca e quello del vento che, ogni tanto, faceva sbattere i panni stesi alle finestre.
Improvvisamente, in mezzo al mare luccicante che si vedeva tra le case rosse del vico lo, scorse una strana imbarcazione: si riparò con la mano gli occhi dalla luce per guardare meglio e riconobbe, con meraviglia, la nave volante che aveva già visto nello spazio nei pressi della via Lattea...
Cammina cammina per il vicolo, Mariannina arrivò al porticciolo dove si trovavano quattro barchette, una spiaggetta di sassi, un lampione e un marinaio.
Mariannina chiese al marinaio se, per caso, avesse potuto accompagnarla con una delle quattro barchette che erano nel porticciolo, al largo, fino a raggiungere quella strana nave di legno con le ali che si vedeva ferma dove il sole batteva le onde.
Il marinaio le disse: “sali pure, bambina, ti porto dove vuoi, ma bada bene, io non vedo nessuna nave di legno con le ali, ormeggiata al largo!"
Mariannina rimase stupita per quella risposta e mentre stava cercando di convincere il marinaio a guardare meglio in mare, sentì alcune voci di bambini; si girò e vide che stavano giocando a "moscacieca" sulla spiaggetta di sassi.
“Ehi ,voi! - gridò - venite qua un momento! Vedete quella grande nave di legno con grandi ali abbassate ai lati che sta al largo illuminata dal sole?"
"Sì, la vediamo! - le risposero i bambini - È molto strana, non ne abbiamo mai vista una uguale!''
Al marinaio, intanto, caddero la pipa e il berretto.
Si grattò la testa e si tirò la barba continuando a non vedere un bel nulla laggiù, al largo: solo gabbiani che si tuffavano nelle onde e volavano via.
"Va bene - disse il marinaio - salite tutti sulla barchetta ma, state attenti, non esagerate nella burla perché son capace di cuocervi fritti in padella con i pesci appena pescati!"
Sulla barchetta salirono Titta, Giobattino, Andrea e, naturalmente, Mariannina.
Il mare in bonaccia li trasportò felicemente al largo: giunti vicini alla grande nave, gridarono al marinaio: “Fermati, siamo arrivati!”
Il marinaio si passò una mano sulla fronte e disse: ''Non vedo niente, dove andate?" e, con gli occhi spalancati, dovette ammette re che sì, quei bambini stavano proprio camminando per aria tra la barchetta e un punto luminoso che stava sospeso là dove un delfino arrivava a fare il salto più alto.
In realtà il capitano di quella strana nave spaziale, da buon condottiero, aveva gettato un ponte sino ad agganciare la barchetta.
Mariannina, raggiunta la nave, abbracciò il capitano perché era certa cli averlo già incontrato. "Mi chiamo Matù Rimba e tu sei Mariannina... avevo voglia cli rivederti e, soprattutto di accompagnarti in uno splendido posto, nascosto agli occhi di tutti su questa fetta di terra bagnata dal mare e protetta dai monti…! Soltanto io, dal mio pianeta dei Grandi Inventori, l'ho scoperto guardando nel mio magico cannocchiale!”
"Ma come! - esclamò Mariannina - esistono ancora posti sconosciuti da queste parti?" "Certamente, te lo posso assicurare! Appena a ridosso di questo mucchietto di case affacciate sul porticciolo: ci sono, come tu sai, le colline d'argento; dietro le colline d'argento c'è una lunga strada in salita, con curve di qua e curve di là. Questa strada polverosa e piena di sassi termina al limitare di un bosco che va a finire in un altro bosco che va a finire in un altro bosco ancora, fino a raggiungere la vetta di una
montagna da dove puoi vedere le tre larghe valli.
Lassù c'è un lupo solitario chiamato Lupo Rosso per via del suo pelo, che si accorge di tutto quanto accade intorno.
È amico delle poiane che fanno il loro nido tra le roccette e le poiane sono sue amiche.
Le poiane e Lupo Rosso sanno bene che nessuno dovrà mai arrivare fin lassù perché le valli sono ricche di misteri che nessuno mai dovrà scoprire.
Mariannina e il pescatore
CAPITOLO DUE
Proprio nel punto in cui cominciava ad aprirsi una delle tre valli, sorgeva una casetta fatta di legno, con le persiane a forma di cuore e un tetto a punta.
La casetta era nascosta da alberi di colore azzurro che arrivavano fino al cielo.
Poco distante c'era un lago dove i rami più bassi degli alberi si bagnavano nelle acque verdi. Il lago aveva un nome curioso: si chiamava Lago delle Forche e delle Lame .
Nel momento in cui la nave di Matù Rimba stava atterrando sulla radura d'erba soffice che si trovava lì vicino, gli alberi si scossero tutti, il terreno tremò e migliaia di uccellini impauriti volarono via dai loro nidi.
Si affacciò alla porticina di quella casetta una donnina, con il mento aguzzo e i capelli bianchi come la neve e gonfi come una nuvola: si chiamava Macchiolina perché, pur essendo tanto buona e sveglia, si macchiava sempre grembiule, vestitino e ciabatte mentre era intenta a preparare il pranzo ai boscaioli che stavano tutto il giorno a far legna nei boschi.
Macchiolina aveva un'amica che si chiamava Nebbia ed era alta alta e magra e portava sempre una cesta fatta a cono sulla schiena.
Quando le garbava Nebbia si fermava sulla soglia della casetta con il tetto fatto a punta e Macchiolina l'invitava ad entrare. Si sedevano insieme e bevevano una bella tazza di thè bollente, senza dire una parola.
Dopo aver bevuto il thè, Nebbia srotolava fuori dalla sua cesta a forma di cono, una pezza di stoffa di seta morbida color grigio perla... e... srotola, srotola senza stancarsi, fino a sera , avvolgeva con quella seta gli alberi e la casetta come fossero un bel pacco da regalo.
Finito il lavoro, tirava fuori dal fondo della cesta tante farfalle notturne chiamate falene che faceva scivolare nel camino della casetta. Queste falene, in quanto magiche, possedevano piccoli lanternini che avevano il potere di accendere splendidi e colorati sogni nelle notti di coloro che si trovavano per caso a passare di lì o a dormire nella casetta.
Sulla nave di Matù Rimba, intanto, dopo quell'atterraggio nella radura del bosco, i nostri amici, con Mariannina in testa, si stavano preparando ad uscire fuori uno alla volta, lasciandosi scivolare sulle morbide ali della nave.
Matù Rimba li guardava e, sorridendo, disse loro: "Devo tornare al mio pianeta... ma vi guarderò da lassù, con il mio cannocchiale e, ne sono sicuro, mi divertirò un mondo perché saranno molte le sorprese che troverete in questo angolo di terra incantato!"
CAPITOLO TRE
I bambini si infilarono, svelti svelti, nella casetta perché avevano avvertito un buon odore di focaccia arrivare dal forno della piccola cucina annerita dal fumo.
Macchiolina non si accorse di nulla perché era anche un po' sorda e intenta a riordinare le camerette al piano di sopra.
Nebbia si trovava lontano ad avvolgere con la sua seta la punta dell'alto monte tanto che, in quel momento, Lupo Rosso non poteva vedere proprio nulla di quello che stava accadendo nelle valli di sotto e nella radura del Lago delle Forche e delle Lame e, non lo avrebbe saputo mai se le poiane, il giorno dopo, non glielo avessero raccontato.
Mariannina, Giobattino, Titta e Andrea si erano intanto seduti intorno al tavolo e mangiavano e bevevano allegramente.
In quel momento Macchiolina li vide e, per poco non cadde dalle scale per la sorpresa: "Ehi voi - disse - chi vi ha portato fin qua?". I bambini la salutarono divertiti nel vedere la sua faccetta bianca e rosa incorniciata da quella nuvola di capelli. "Una
nave spaziale misteriosa - risposero i bambini - ci ha fatto atterrare nella piccola radura vicino al lago... il nostro amico Matù Rimba ci ha condotti fin qua promettendoci avventure incredibili nelle tre valli verdi e disabitate che si possono raggiungere partendo proprio dalla tua casetta."
"Oh, povera me, bimbi miei! Il vostro amico non vi ha detto perché le valli sono disabitate... non vi ha spiegato perché da tempo immemorabile i verdi pascoli sono stati abbandonati e, gli alberi prima, e i rovi dopo, hanno ricoperto le valli e le montagne!
E poi, sapete, lassù in cima alla montagna, c'è Lupo Rosso e ci sono le poiane che fanno attenta guardia perché nessuno s'inoltri nelle valli. Lupo Rosso sta sull'alta montagna, davanti all'ingresso di una grande caverna. Le leggende raccontano che all'interno della caverna abiti il mostro di pietra, terribile e crudele, che compie malefici e si fa sentire con rombi tremendi che squarciano le notti senza luna facendo tremare anche fin quaggiù, il terreno e il tetto della mia casetta. "Nelle valli, pare comunque siano riusciti a sfuggire all'ira del mostro nascondendosi ora tra i muschi, ora tra i cespugli di rossi corbezzoli, alcuni esemplari del mondo tranquillo di una volta... esseri buffi, magici e divertenti che un tempo facevano queste valli felici e prospere ma nessuno, sino ad ora, li ha visti né sentiti.
Mariannina e i suoi amici rimasero incantati ad ascoltare Macchiolina, sempre più curiosi ed emozionati, con la voglia di inoltrarsi nelle valli incantate senza troppa paura.
Continua...